Truffa nella vendita di barche: condannati il broker e il manager di Cap Océan

Il tribunale di Béziers ha condannato Cap Océan e il suo direttore per vendita fraudolenta di imbarcazioni. La sentenza, emessa lunedì 7 luglio 2025, conferma le ricorrenti pratiche fraudolente della rete di brokeraggio, che nel frattempo è stata liquidata.

La sentenza della Corte conferma gli abusi di lunga data

Le tribunal de Béziers
Il tribunale di Béziers

Il 7 luglio 2025, il Tribunale penale di Béziers si è pronunciato su un caso di frode relativo alla vendita di una barca a vela. Il direttore di Cap Océan è stato riconosciuto colpevole e condannato a una multa di 1.500 euro. Dovrà inoltre pagare 2.000 euro di danni e spese legali alla vittima. La sua società, ora in amministrazione controllata, non è riuscita a sopravvivere al crescente numero di denunce e di sospetti di frode seriale.

Un modus operandi basato sul trattenimento dei fondi

Secondo le informazioni emerse dall'indagine, diverse vendite sono state concluse senza che i venditori ricevessero i proventi della transazione. I fondi ricevuti dal broker rimanevano nei suoi conti, senza essere trasferiti al proprietario originale dell'imbarcazione. Questo schema ricorrente si basava su un meccanismo semplice, ma poco controllabile: una coppia aveva affidato la vendita del proprio yacht a Cap Océan in totale fiducia, senza che il ricavato della transazione venisse loro versato, nonostante la vendita fosse stata conclusa.

Un precedente preoccupante per i professionisti della nautica

La condanna di Cap Océan conferma una tendenza denunciata da diversi anni nel settore dell'intermediazione di yacht: l'opacità dei flussi finanziari, la mancanza di controllo esterno sugli escrow e la possibilità per intermediari senza scrupoli di sfruttare la fiducia dei privati. Il caso di Cap Océan non è isolato: la società operava sotto diverse identità commerciali, complicando il monitoraggio legale e favorendo la recidiva.

Maggiore vigilanza per acquirenti e venditori

Questo caso evidenzia la necessità, sia per i privati che per i cantieri, di verificare l'identità legale e le garanzie offerte dai loro intermediari. La liquidazione di Cap Océan, unita a questa condanna penale, potrebbe accelerare la modifica del quadro normativo. Per i professionisti della nautica da diporto, la credibilità del mercato dell'usato è in gioco, così come la fiducia che è vitale per la dinamica della rivendita.

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